Nuovi fermenti nell'editoria africana - a cura di Rosella Clavari

 "NUOVI FERMENTI NELL'EDITORIA AFRICANA"

 

Un recente articolo di Abdi Latif Dahir corrispondente per l’Africa orientale del New York Times a Nairobi (pubblicato su Repubblica, 26.1.2025 con il titolo "Rinascimento africano") porta in luce nuovi sviluppi all’interno del mercato editoriale africano vincolato fino ad oggi alla distribuzione in Europa e in America.

In Italia in particolare si è notato un passaggio delicato: dall’interesse della piccola e media editoria per la pubblicazione di testi africani (un vero boom dall’inizio degli anni ‘90 fino al 2000) si è passati alla crisi economica che verso il 2008 ha spazzato via molti piccoli editori oppure li ha costretti a rivolgersi verso altre pubblicazioni. Nel contempo nella pubblicazione di romanzi africani, oltre ai sempre attivi 66thand2nd e La nave di Teseo, è intervenuto l’ingresso della grande editoria: Einaudi, Feltrinelli, Bompiani, Mondadori, solo per citarne alcuni, molto attenti però a tradurre ciò che è già un successo garantito a Parigi, a Londra, o in America. Ciò riflette il fenomeno della diaspora africana, poiché la maggioranza degli autori, africana di nascita, ha studiato oppure lavora con residenza in Europa o in America senza ritornare nella terra d’origine e vivendo perennemente al confine di più mondi.

Dopo questo inciso che riguarda la nostra situazione, volgiamo lo sguardo verso l’Africa:

Se fino a poco tempo fa- afferma Abdi Latif Dahir - per diventare uno scrittore africano di successo dovevi ottenere un contratto per un libro nelle mecche editoriali di New York, Londra o Parigi, ora è in atto un cambiamento radicale “che sta trasformando il panorama letterario della regione dall’interno e aprendo possibilità inimmaginabili per le precedenti generazioni di scrittori”. Lo scrittore Binyavanga Wainaina (scomparso nel 2019) è stato attivissimo su questo fronte come scrittore e redattore attraverso la rivista Kwani? in Kenya e così anche la scrittrice ed editor nigeriana Bibi Bakare Yusuf che ha fondato la Cassava Republic Press in Nigeria, entrambi promuovendo e pubblicando localmente narrativa e saggistica africana e gli scrittori di maggior successo in Occidente. Questi libri trovano lettori non solo attraverso nuove librerie ma anche riviste letterarie e festival, importanti luoghi di incontro, di aggregazione e costituzione di comunità di letture in territorio africano. Tutto ciò diventa anche una modalità di introspezione dei giovani scrittori africani per manifestarsi agli altri con le proprie storie. Importante manifestazione è il Doek Literary Festival che si svolge nella capitale della Namibia, Windhoek, fondato nel 2022, dove giovani poeti declamano le loro opere in presenza di critici e figure letterarie provenienti da tutto il continente e anche dalla diaspora nera che lì si incontrano per un fecondo scambio di idee. Per citare alcuni nomi di artisti pluripremiati che vi hanno presenziato: lo scrittore e traduttore angolano Ondjaki, la scrittrice sudafricana Zukiswa Wanner, il giornalista nigeriano Chiké Frankie Edozien, la scrittrice etiope-americana, Maaza Mengiste, il poeta giamaicano Ishion Hutchinson. Il cambiamento non riguarda solo l’editoria in questo momento storico, ma anche la moda, l’arte figurativa, la musica e il cinema dove gli artisti africani sono all’avanguardia.

Nell’editoria, in particolare, c’è la volontà di pubblicare localmente, rivoluzionando il sistema di distribuzione finora esistente e accogliendo nei cataloghi scrittori provenienti da contesti linguistici, etnici, sessuali, economici, diversi tra di loro. Grazie all’ausilio della tecnologia, ci sono molti giovani scrittori inoltre che si autopubblicano online con la scelta di alcuni generi di chiaro consumo popolare come il ‘polar’ o i romanzi rosa, d’avventura e fantascienza o la graphic novel che sfidano, sullo stesso terreno cultural-popolare, le produzioni televisive nigeriane, congolesi, egiziane, sudafricane. Fino a dieci anni fa, ma in alcuni casi ancora oggi, ricordiamo come la circolazione dei libri sia stata in gran parte informale tramite lo scambio, il prestito o la pirateria, perché mancano librerie e biblioteche e, in alcuni paesi, un libro può costare troppo rapportato alle paghe di lavoro.

Oggi le piattaforme digitali vengono usate dai giovani scrittori per parlare tra loro e quelle audio per trasmettere i drammi radiofonici africani.

Per iniziativa di un informatico e scrittore Othuke Anthony Ominiabohs è stata fondata la casa editrice Masobe Books (masobe significa “leggiamo” nella lingua isoko in Nigeria): ha trovato sponsor per la sua iniziativa tra le farmacie e altre imprese, fondando inoltre un club del libro e promuovendo così la pubblicazione di testi nel proprio territorio trovando in seguito anche acquisizioni presso editrici estere. Anche nel settore di libri per bambini assistiamo a una rapida crescita considerando quanti bambini per esempio in alcuni paesi della Nigeria non frequentano la scuola. Per volontà della scrittrice Lola Shoneyin che ha preso a cuore questa iniziativa, verranno pubblicati 100 libri per bambini entro il 2027. Il panorama è decisamente mutato da quando l’editoria africana produceva soprattutto testi scolastici. Non resta quindi che augurarci una grande solidarietà tra tutti gli operatori africani in questo settore per promuoverne lo sviluppo.

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