Segnalazioni 2008 - Archivio

Congo
MABANCKOU ALAIN, VERRE CASSE'

Editore Morellini, 2008
Pagine: 163, Prezzo: € 17,90
Scheda dell'editore
Verre cassé è un habitué del 'Credito è in viaggio', un bar come tanti: è qui che, tra un bicchiere e l'altro, ha imparato a osservare la gente, ad ascoltarne le incredibili vicende. Un giorno il Mollusco ostinato, proprietario del bar, gli chiede di scrivere qualcosa sul suo locale perché, dice, la pagina scritta "è l'unica cosa che resta" mentre la parola è "fumo negli occhi, piscio di gatto selvatico", e poi è stufo di sentir dire che in Africa, "quando muore un vecchio, brucia un'intera biblioteca". Verre cassé comincia allora ad annotare su un quaderno tutto quello che sente, e presto sono gli avventori del bar, desiderosi di entrare a far parte del suo libro, a cercarlo e a farsi sempre più insistenti. Ognuno ha una storia da raccontare, ognuno è convinto che la sua sia la più strabiliante di tutte le storie. Verre cassé l'ubriacone, l'ultimo a lasciare il bar e il primo a tornarvi, è però anche uno scrittore. Meglio quindi non lasciarsi ingannare dall'immediatezza e ingenuità della voce narrante, perché il romanzo è in realtà intessuto di rimandi e citazioni nascoste, e il lettore è invitato a partecipare a una vera e propria caccia al tesoro: dal nome del bar, che evoca i due grandi romanzi di Louis-Ferdinand Celine, allo stralunato Holden, tanto simile al personaggio di Salinger, sul quale si chiude il quaderno di Verre cassé, passando per un'infinità di allusioni a romanzi più o meno noti della letteratura mondiale.

Etiopia
Dinaw Mengestu, Le cose che porta il cielo

Illustrazioni, cura e traduzione di Luisa Piussi
Edizioni Piemme, 2008
Pagine 256, Prezzo €14,50
Scheda dell'editore
Da quando ha lasciato l'Etiopia dopo che i ribelli hanno ucciso suo padre a pochi metri da lui, la vita di Sepha è sempre stata tranquilla e prevedibile. Certo, non è riuscito a realizzare il suo sogno di aprire un ristorante, ma ha comprato una piccola drogheria in un quartiere povero di Washington e le cose non vanno così male. I clienti sono sempre gli stessi, di giorno studenti di ritorno da scuola, di notte delinquenti e prostitute. Ogni martedì vengono a fargli visita i suoi due unici amici, Joseph e Kenneth, che come lui sono emigrati dall'Africa, e con loro si scola una bottiglia di whisky e fa a gara a chi ricorda più nomi di dittatori. Questa vita isolata non è esattamente ciò che immaginava quando ancora viveva con la sua famiglia. Ma un giorno le cose per lui cominciano a cambiare: in un palazzo disabitato ormai da anni compaiono Judith, una giovane donna bianca, e Naomi, la fi glia undicenne. Per Sepha il loro arrivo rappresenta un nuovo inizio, la ragazzina infatti passa tutti i pomeriggi con lui, leggendo seduta sul bancone del negozio il "Washington Post" e "I fratelli Karamazov". Tra i due non vi sono saluti, parole superflue, solo una complicità segreta e silenziosa, e la volontà di colmare quel vuoto che prende alla gola e che a volte non fa dormire. Una sera poi Judith lo invita a cena a casa e gli chiede di restare, e qualcosa si riaccende nel cuore di Sepha. Ma quando, dopo l'ennesimo atto di intolleranza, la donna è costretta a trasferirsi, Sepha comprende che la libertà è un diritto per cui dovrà continuare a lottare sempre, anche lontano dalle mine e dai mortai del suo paese.  
 
Sudan
Wek Alek, La ragazza del villaggio dinka

Edizioni Rizzoli, 2008
Pagine: 231, Prezzo: € 17,00
Scheda dell'editore
Alek Wek ha conosciuto la guerra all'età di otto anni, quando il Sudan meridionale ha vissuto una delle tante ricadute di un'eterna guerra civile. Costretta ad abbandonare la sua terra e a rifugiarsi con la famiglia in un villaggio lontano, arriva in maniera rocambolesca a Khartoum, la capitale, dove vive fino alla morte del padre. La madre allora la manda a studiare a Londra, dalla sorella maggiore. Qui comincia la seconda vita di Alek: l'integrazione in un mondo del tutto diverso (senza però mai rinunciare all'orgoglio di essere una Dinka); la fama conquistata nel campo della moda; l'impegno per portare aiuto alla sua Africa, ancora e sempre martoriata. In questo libro Alek Wek racconta la sua storia e il desiderio di tornare nella sua terra.
 
Rwanda
Mukagasana Yolande, Kazinierakis Alain, Le ferite del silenzio. Testimonianze sul genocidio del Rwanda

Editore La Meridiana, 2008
Pagine: 216
Scheda dell'editore
Dietro il silenzio delle vittime si nasconde la paura. Dietro i loro sguardi si nasconde la sofferenza quotidiana. Dietro questo silenzio si nasconde il dolore di ogni singola persona. Dietro il silenzio dei carnefici si nasconde la paura, diversa da quella che provano le vittime, poiché dietro il loro silenzio si nasconde il timore per la verità e la giustizia. Ho visto i traumi dei carnefici. Al solo pensiero, ne provo vergogna. Come vittima, non so se ho il diritto di commuovermi per la loro sofferenza, di cui sono gli unici responsabili 

Algeria
Mohammed Dib, La casa grande

Editore Feltrinelli, 2008
Pagine: 134 - Prezzo: euro 6,50
Scheda dell'editore
Algeria, fine degli anni trenta. Il paese e' ancora occupato dai francesi e guarda a Hitler come a un possibile salvatore. E' un'Algeria di miseria, dove tutto ruota attorno alla ricerca di un cibo introvabile. Qui, nella casa grande, Dar-Sbitar (in arabo, l'ospedale), i poveri inquilini vivono in una condizione di estrema indigenza e sono preda di rabbia e paura.
E qui incontriamo un bambino, Ornar, con la sua famiglia: ha dieci anni, e' cresciuto nella consapevolezza dell'infelicita' e, educato alla rassegnazione, non conosce autocommiserazione; conosce pero' anche lui, come tutti, una fame implacabile.
Diversamente dagli altri tuttavia si domanda il perche' di questa miserabile esistenza, come fa anche Hamid Saraj, l'agitatore, il solo che legge libri in quel luogo, quello che un giorno la polizia viene a cercare per arrestarlo.
 
Algeria
Mohammed Dib, Il telaio

Traduzione di Gaia Amaducci
Editore Feltrinelli, 2008
Pagine: 128 - Prezzo:  6,50
Scheda dell'editore
"Il telaio" e' il terzo e ultimo volume della trilogia di Dib dedicata all'Algeria prerivoluzionaria. Omar ora ha tredici anni ed e' giunto per lui il momento di aiutare la famiglia nella dura lotta per la sopravvivenza lavorando. La madre lo accompagna percio' da un tessitore della citta' di Tlemcen presso il quale svolgera' un apprendistato professionale e umano.
I tessitori, che lavorano quattordici ore al giorno in cantine buie, umide e malsane, discutono all'infinito, sognano e imprecano, cercando di capire la causa di tanta fatica e di tanto dolore. Sono uomini vinti, stanchi, fiaccati da fatica e fame, che finiscono per sfogare la propria frustrazione sul giovane Omar, che diventa il loro zimbello. Dai discorsi e dalle chiacchiere dei personaggi emergono le fisionomie dei diversi caratteri, mentre per Omar si fa strada una lenta presa di coscienza della propria condizione, foriera di una nuova possibilita' di riscatto per il popolo algerino. Fuori della cantina intanto poveracci e mendicanti riempiono le strade.
 
Algeria
Mohammed Dib, L'incendio

Traduzione di Gaia Amaducci
Editore Feltrinelli, 2008
Pagine: 159, Prezzo: 6,50
Scheda dell'editore
"L'incendio" si svolge nell'estate del 1939, nel villaggio algerino di Bni Boublen. Ornar, il protagonista de "La casa grande", ha undici anni, ha abbandonato la cittadina di Dar Sbitar per sfuggire alla fame ed e' andato a vivere in campagna, insieme alla poco piu' grande Zhor, da Marna, la sorella maggiore della ragazza che si e' sposata con un contadino reazionario e colluso con le autorita', Kara Ali. Qui il vecchio Comandar introduce Ornar alla vita di campagna, con la sua poesia e le sue asperita', e gli spiega anche la difficolta' di vivere in un paese dove i pochi coloni possiedono la quasi totalita' della terra. Ornar incontra la gran massa dei pastori e contadini senza terra, i fellah, poveri ma dignitosi, per i quali la sola possibilita' di sopravvivere passa attraverso la ribellione e lo sciopero contro l'oppressione. Ma l'unica risposta dei padroni consistera' nella repressione, finche' divampa un enorme incendio che distrugge le capanne degli operai agricoli. Ne vengono incolpati gli scioperanti e i loro capi vengono arrestati, compreso l'ideologo di citta', il comunista Hamid Saraj, che viene torturato. Intanto scoppia la seconda guerra mondiale e i giovani algerini, come carne da macello, sono spediti sui campi di battaglia, a difendere la patria francese. Ornar fa ritorno a casa, dove riprende la consueta lotta contro la fame, forte pero' di una nuova consapevolezza e nel ricordo dell'eroismo della resistenza contadina.
 
Egitto
Nagib Mahfuz, Karnak Cafe'

Traduzione di C. Vatteroni
NEWTON & COMPTON Editore, 2008
Pagine 126 - Prezzo:  9,90
Scheda dell'editore
II Karnak Cafe' e' un delizioso locale del Cairo, gestito dalla graziosa Qurunfula, un tempo famosa danzatrice del ventre. Tra i tavoli si rinnovano vivaci discussioni sui temi piu' disparati: giovani e vecchi, poveri e ricchi, tutti si trovano a loro agio. Di colpo, pero', tre giovani clienti abituali non si presentano piu': sono stati arrestati e torturati, scopriranno gli amici, perche' sospettati di aver preso parte ad attivita' antigovernative. Cosi' mentre l'Egitto intero scivola verso i disordini che sfoceranno nell'assassinio di Sadat, anche nel microcosmo del Karnak Cafe' la gioia della condivisione sara' sostituita dal timore delle denunce e la fiducia e l'amicizia lasceranno il posto al sospetto e alla paura.
 
Zimbabwe
Peter Godwin, Quando un coccodrillo mangia il sole

Traduzione di Marco Rossari
Baldini Castoldi Dalai editore, 2008
Pagine 392, prezzo 19.00
Scheda dell'editore
Peter Godwin, scrittore di successo, e' in Zululand per un importante incarico quando la madre gli chiede di tornare con urgenza in Zimbabwe, dove e' nato. Il padre e' gravemente malato e la donna teme che stia per morire. Godwin ritrova la sua terra, un tempo florido Stato post-coloniale, travolta da una crisi senza fine, un vortice di violenza e odio razziale istigati da un dittatore in guerra contro il suo stesso Paese. Il padre guarisce ma, negli anni successivi, lo scrittore continua a viaggiare tra Manhattan e il caos folle dello Zimbabwe, in cui l'inflazione corre cosi' forte che il denaro circolante non basta piu', in cui la carestia comincia a essere una ipotesi probabile e da cui i suoi genitori, emigrati dall'Inghilterra post-bellica, rifiutano di fuggire nonostante il pericolo. E' a quel punto che Godwin scopre un segreto di famiglia custodito per cinquant'anni e destinato a cambiare tutta la sua vita, tutto quello che ha sempre pensato di se' e di suo padre. "Quando un coccodrillo mangia il sole" e' il detto che alcune tribu' dello Zimbabwe utilizzano per spiegare l'eclissi di sole, un coccodrillo celeste che in pochi istanti divora e consuma la stella della vita per dimostrare il proprio disprezzo nei confronti degli uomini. In una terra in cui le forze del bene cadono e precipitano e il male trionfa, sembra un'immagine perfetta. Godwin combina un vivido reportage a uno straordinario e commovente ritratto di famiglia, attraverso un secolo e tre continenti.
"Quasi ognuno di noi lotta per coltivare l'illusione di poter tenere tutto sotto controllo: in Africa questa illusione e' quasi impossibile da realizzare. Ho capito che non esiste equilibrio, che tutto oscilla perpetuamente sull'orlo di un cambiamento radicale, che la societa' e' sospesa nell'attesa di uno scossone, uno tsunami contro cui non puoi fare niente a parte sperare di riaffiorare e non essere risucchiato in un gorgo oscuro e famelico. Il mio continuo stato di disagio e i miei brutti presentimenti sono dovuti al fatto che ho attraversato proprio questo cambiamento, l'improvviso e violento sovvertimento di un sistema di valori."


Angola
José Eduardo Agualusa, Il venditore di passati

Traduzione di Giorgio de Marchis
Ediz. La Nuova Frontiera, 2008
Pagine 144, Euro 15,00
Scheda dell'editore
Come è possibile resistere all'invito che si legge sul biglietto da visita: Assicuri ai suoi figli un passato migliore? Félix Ventura è uno strano individuo, è un albino nero che ogni sera, sfogliando il giornale, cena con una tazza di brodo vegetale e fette di papaia, ha gesti malinconici, e vive in una casa da cui si possono ammirare tramonti di spettacolare bellezza.
Ma, soprattutto, svolge un lavoro insolito: vende passati falsi, confezionati su misura, per coloro che sono disposti a pagarlo profumatamente pur di ricostruirsi una diversa storia personale. Sono in parecchi ad avere bisogno di lui: ex torturatori, contrabbandieri arricchitisi troppo velocemente durante la guerra, i politici dal passato affatto immacolato, i petrolieri e gli imprenditori venuti dal nulla... Félix sa come soddisfare la clientela: traccia l'albero genealogico, fornisce le fotografie dei nonni e dei bisnonni, insomma procura tutto quello che occorre per sfoggiare un passato nuovo di zecca.
Un giorno, però, si presenta a casa sua uno straniero che gli chiede un passato angolano e da quel momento verità e finzione inizieranno a confondersi con sorprendenti conseguenze. Lo straniero, infatti, finisce per credere così profondamente al proprio falso passato da mettersi alla ricerca della sua famiglia "inventata". Il passato irrompe bruscamente nel presente per saldare dei conti rimasti in sospeso e l'esito non può che essere spiazzante.
L'autore
José Eduardo Agualusa è nato, nel 1960, a Huambo in Angola e oggi vive tra Lisbona, Rio de Janeiro e Luanda. Giornalista ed editore, è soprattutto l'autore di alcuni tra i romanzi più apprezzati negli ultimi anni dai lettori portoghesi e brasiliani. Le sue opere, alcune delle quali saranno presto adattate per il cinema, sono state tradotte nelle principali lingue europee. In Italia, La Nuova Frontiera ha già pubblicato il romanzo Quando Zumbi prese Rio.

Pedro Miguel, Anangola Kolenu- Letterature africane di espressione portoghese (1845 - 1980)
Edizioni Associate, 2008
Pagine 280, Prezzo : 15,00
A seconda delle circostanze, Anangola Kolenu significa: Figli di Angola, gridate, cantate, fatevi sentire, gioite, piangete ecc. Spesso, durante una performace musicale, il solista lancia ritmicamente l’Anangola Kolenu per ravvivare una cadenza. È insomma un invito a esserci e a farsi una sola cosa con la musica stessa che nasce dalla compagine delle autonomie diverse. Il titolo più adatto per questo lavoro che propone un approccio alla letteratura africana di lingua portoghese di tipo necessariamente meta-letterario oltre che letterario. Lo scopo è di fornire agli studenti di Letterature Africane dei Paesi di Lingua Portoghese, al loro primo approccio con questa disciplina, una panoramica della letteratura scritta di questi paesi, a partire dalla sua nascita fino al tempo dell’indipendenza dal dominio coloniale. Anangola Kolenu intende offrire la base storica e socio-antropologica della realtà africana che si esprime letterariamente in lingua portoghese: indispensabile primo passo per un successivo approfondimento sui singoli autori delle varie espressioni culturali, nonché alla comprensione del fatto che queste letterature scritte ne presumono altrettante non scritte, quelle della tradizione orale africana, antica almeno quanto la stessa storia umana.

Nigeria
Bandele Biyi, Ali Banana e la guerra

Edizioni Bompiani, 2008
Prezzo: € 16,00
Durante la seconda guerra mondiale, nel marzo 1944, il generale Orde Winsgate organizza un'offensiva contro le forze giapponesi stanziate nella Birmania del Nord. Per realizzare la campagna di infiltrazione prepara una nuova unità di guerriglia, il reparto dei Chindits. È in questo reparto che si inserisce Ali Banana, un quattordicenne nigeriano, nipote della regina, arruolatosi per imitare gli amici, mentendo sulla propria età. Entrato nella sezione comandata da Damisa (un gigante poliglotta in cui Ali riconosce un padre-eroe) e ricevuto il battesimo di fuoco, Ali si trova subito ad affrontare una realtà ben più drammatica di quanto forse, nella sua fantasia adolescenziale, avesse immaginato. Dopo una dura marcia, caduti in molti, i Chindits a White City e qui, pur consapevoli delle basse probabilità di scampo, devono attaccare i giapponesi, apparentemente incuranti della morte e disposti a qualunque cosa. Ad Ali non resta che maturare molto in fretta, imparando a non fermarsi di fronte a nulla..

Nigeria
Chris Abani, Abigail. Una storia vera

Editore Fanucci, 2008
Prezzo € 13, pag. 144
La madre di Abigail è morta dandola alla luce, lasciandole un senso di colpa che l'accompagna da tutta la vita. Ha soltanto quindici anni, e la sua esistenza è afflitta da un dolore insostenibile: subisce ripetutamente violenze sessuali da parte dei familiari, e deve occuparsi del padre, affetto da una depressione cronica, tentando inoltre disperatamente di incarnare l'immagine idealizzata che ha della madre scomparsa. Un giorno il padre decide di mandarla a vivere a Londra, da un cugino acquisito. Sembra un'opportunità per cambiare vita, ma non appena arrivata Abigail si rende conto che l'incubo è solo iniziato: l'uomo cui è affidata si rivela un mostro, e la giovane verrà sottoposta a uno spietato processo di deumanizzazione, nel quale sarà privata di ogni controllo sulla sua stessa vita e sul suo corpo.

Nigeria
Chimamanda Ngozi Adichie, Metà di un sole giallo

Traduzione di Susanna Basso
Einaudi, 2008
Pp. 456, prezzo 19,50
Quando entra a servizio dal bizzarro professore di matematica Odenigbo, Ugwu è un ragazzino dei villaggi che non ha mai visto un lavandino. L'acqua, dove vive lui, scorre solo alla fontana pubblica, il cibo si prepara in cucine fumose e affollate e non si conserva in grosse scatole fredde dai ripiani colmi, le notizie passano di bocca in bocca anziché uscire da quel coso prezioso che Padrone chiama radiogrammofono. La geografia, là da lui, ha i confini minuscoli delle terre visitate, e la storia, quelli dei ricordi familiari. Ma in quei primi anni Sessanta del Novecento, nella fetta di territorio igbo del sudest nigeriano che per breve tempo andrà sotto il nome di Biafra, già si agitano i fermenti secessionisti e di lì a poco la distanza pur siderale fra un salotto borghese di Nsukka e un umile villaggio del bush sarà spazzata via da uno dei conflitti più devastanti che l'Africa ricordi - la Guerra Civile Nigeriana - che, confondendo le demarcazioni sociali ed economiche, inciderà il confine fra la vita e la morte lungo nuove linee etniche. Non conteranno più i beni e i saperi di un tempo, conterà essere hausa e non igbo, avere fattezze che consentano di sfuggire alla persecuzione, trovare cibo a sufficienza per strappare i propri figli al kwashiorkor. Odenigbo, già campione del rinnovamento, scoprirà allora di non saper reggere il peso del proprio zelo rivoluzionario; la fragilità di Olanna, la «bruna sirena» che lo ama dall'alveo protetto della sua bellezza e del suo inglese impeccabile, si tramuterà al contrario in una forza straordinaria di conservazione degli affetti; la stessa che dimostrerà la sua gemella Kainene, la beffarda, la sfuggente, ancora una volta tradita e delusa, ma capace di sciogliere il suo dolore in quello di un intero popolo, perché «ci sono cose talmente imperdonabili da rendere perdonabile tutto il resto»; e all'uomo che l'ama, Richard, giunto dall'Inghilterra per studiare l'arte di Igbo-Ukwu, il suo esempio servirà da monito e stimolo per interrogarsi sulle responsabilità del colonialismo bianco e sull'onda lunga delle sue conseguenze. Quanto a Ugwu, imparerà a conoscere le cose e, inevitabilmente, a desiderare di non averle mai conosciute. Pur nella frammentazione del punto di vista narrante con cui Adichie restituisce le sfaccettature della vicenda, è al ragazzino dei villaggi che si riconosce la prospettiva più autorevole. Sua è la prima parola, e sua sarà anche l'ultima.
Metà di un sole giallo è la storia di molte Afriche: quella sensuale della splendida Olanna, che rinuncia ai privilegi per amare il professore idealista Odenigbo, e quella concreta della sua gemella Kainene, che affronta il mondo con l'arma del sarcasmo; l'Africa superstiziosa di Mama e Amala e quella colta ed emancipata del circolo di Odenigbo, l'Africa naïf del giovane servitore Ugwu e quella archetipica inseguita dall'uomo di Kainene, Richard. Tutti questi mondi, con il loro bagaglio di felicità e dolore, di generosità e crudeltà, di amore e gelosia, vengono travolti dalla piena della storia quando nel 1967 la proclamazione d'indipendenza dalla Nigeria della Repubblica del Biafra sfocia in una tragica guerra civile.
Metà di un sole giallo ha vinto l'Orange Broadband Prize 2007.

Sudafrica
De Kok Ingrid, Mappe del corpo

A cura di Paola Splendore
Editore Donzelli, Collana Poesia, 2008
Pagine: 153,Prezzo: € 14,00

L'inganno di un'infanzia all'ombra dell'apartheid, la presa di coscienza, lo strappo dell'esilio, il ritorno a casa: questa la topografia dei sentimenti delineata dalla poesia di Ingrid De Kok. Tappe di un percorso che non è solo privato, perché la storia del Sudafrica la incalza da vicino, si infila nei versi, reclama uno spazio: in tutto il suo percorso sono fitti i rimandi a eventi, luoghi e persone, del passato recente dell'estremo lembo del continente africano. Una storia violenta, fatta di dolore e morte, ma anche di lotta e speranza. Cresciuta in una famiglia borghese, anglofona, che la tiene al riparo dalla brutale realtà dell'apartheid, decide alla fine degli anni Settanta, dopo aver lavorato attivamente nel movimento anti-apartheid, di emigrare in Nord America: l'unica possibilità di fronte all'alternativa rifiutata di entrare in clandestinità prendendo parte alla lotta armata. Il periodo canadese si rivela cruciale per la sua formazione artistica, ma il ritorno in Sudafrica si fa a un certo punto irrinunciabile. Se il Canada le ha dato consapevolezza di sé come poeta, il Sudafrica è l'unico posto dove sente di poter scrivere. Quella di De Kok è, nell'attenzione costante al dolore degli altri, una poesia che si elegge a testimonianza lirica di un paese tormentato. La poesia serve a non dimenticare, a riparare in qualche modo l'amnesia del passato, ad aiutare a ricostruire ciò che resta dell'identità, della memoria e del trauma.


Sudafrica
J. M. Coetzee, Diario di un anno difficile

Traduzione di Maria Baiocchi
Editore Einaudi, 2008
pp. 234, euro 18
Impegnato nella stesura di una serie di saggi, l'anziano scrittore John C. ne affida la trascrizione a una giovane e attraente vicina di casa. Il rapporto fra i due, giocato sul precario equilibrio fra seduzione e attrazione, avrà non poche conseguenze sulle loro vite: l'immediatezza e l'ingenuità di Anya indurranno lo scrittore a ripensare e ammorbidire le proprie posizioni, la capacità di analisi di John C. porterà la donna a osservare con occhio più attento e critico la realtà, anche quella privata.
Se siete interessati alla letteratura, alle idee e al potere che l'arte esercita nel cuore degli uomini, dovete leggere questo libro.
«The Indipendent»

Il famoso e ormai anziano scrittore John C. - che vive in Australia ma è originario del Sud-Africa - è stato invitato a collaborare a un volume di saggi dal titolo Opinioni forti. I suoi contributi toccano i grandi e/o controversi temi che più gli stanno a cuore: l'origine dello Stato, Machiavelli, l'anarchismo, la guerra in Irak, Guantanamo, al-Qaeda, la vecchiaia, il suicidio, la morte, l'evolversi e impoverirsi delle lingue, la musica, la letteratura, la pedofilia... Un giorno, nella lavanderia del palazzo in cui abita, incontra Anya, una donna giovane e attraente che vive nel suo stesso stabile. Quando viene a sapere che è senza lavoro, le chiede di aiutarlo a trascrivere a computer i saggi che sta redigendo: una malattia - forse il morbo di Parkinson - gli rende ormai difficile la scrittura. Dopo qualche giustificata titubanza, Anya accetta. Si instaura così un rapporto sottilmente ambiguo e contraddittorio in cui si mescolano attrazione erotica, diversità di cultura, di estrazione sociale, di età, differenti modi di intendere l'esistenza. La relazione non mancherà di incidere sulla vita di entrambi ma soprattutto sulle riflessioni di John C. e prenderà una piega inaspettata a causa delle presenza di Alan, il compagno della donna, un consulente finanziario convinto assertore del neo-liberismo. Proseguendo nel suo percorso di ricerca di nuove forme narrative, J. M. Coetzee articola - anche graficamente - il romanzo su tre livelli: il diario dello scrittore che rende conto del divenire della relazione e dei progressi nella stesura dei saggi, le corrispondenti annotazioni di Anya che colloca gli avvenimenti in una luce molto diversa e infine l'esito stesso del lavoro di John C., i 55 contributi di Opinioni forti.

Senegal
Ken Bugul, La moneta d'oro

Traduzione di O. Marchetti
Editore Baldini Castoldi Dalai, 2008
Pagine: 333
Dopo l'iniziale euforia portata dall'indipendenza, la popolazione ridotta in miseria dagli abusi dei padroni vecchi e nuovi, abbandona le proprie case per tentare la fortuna nella capitale Yankar. Anche Ba'Mosè, padre di Mosè, deve prepararsi al grande esodo. Ha con sé un'antica moneta d'oro, appartenuta a Condorong, creatura straordinaria giunta da un altro pianeta. Secondo un'antica credenza essa può conferire potere e ricchezza a chi la possiede, a patto di non venderla mai. Ma le sue aspettative incontreranno solo delusioni. Le luci di Yankar non sono che un miraggio: sotto il cielo aperto orde di mendicanti scivolano nell'inerzia rovistando ai piedi della Montagna Sacra, in realtà mostruoso cumulo di plastica e rifiuti. Fino a quando, perduta ogni traccia della moneta, spetterà a suo figlio Mosè ritrovarla. Tra lirismo e spaccati di cruda realtà, Ken Bugul tesse la trama dell'allegoria di un paese ignaro della propria ricchezza. Ogni capitolo è intitolato con il nome di un artista, poeta, politico o pensatore contemporaneo. Denuncia il fallimento della democrazia in Africa, le turpitudini del potere, la corruzione della religione, ma soprattutto parla di un'Africa in cui donne e uomini continuano a coltivare un messaggio di speranza e di pace.

Senegal
T.T: Fons, Goorgoorlou (COMICS)

Edizioni Lai-momo, Bologna 2008
32 pp., euro 10.00, in italiano
Goorgoorlou rek! Arrangiarsi, sbrogliarsela, arrabattarsi, questo è il mestiere di Goorgoorlou, il disoccupato senegalese creato dalla matita di Alphonse Mendy, in arte T.T. Fons. Goorgoorlou è l’uomo comune che solca tutti i giorni i marciapiedi di Dakar alla ricerca della famosa “S.Q.”, la “spesa quotidiana” necessaria a mettere qualcosa in pentola. Nelle sue giornate in giro per Dakar, Goorgoorlou incontra infatti differenti personaggi che di volta in volta riflettono diversi aspetti della società africana, delle sue difficoltà e dei suoi problemi, a volte locali e specifici altre volte collegati a un mondo più vasto, quello dell’emigrazione, dei grandi piani economici di intervento sui paesi in via di sviluppo, della diplomazia internazionale. Le grandi speranze di diventare finalmente ricco finiscono sempre deluse, perché essere ricco non è il suo destino, e quando trova una soluzione positiva è sempre per l’oggi, sempre per un giorno...
L'autore
Alphonse Mendy, in arte T.T. Fons, è nato a Dakar, in Senegal, nel 1957. Dopo gli studi in legge, ha vinto nel 1982 un concorso come caricaturista per un quotidiano senegalese oggi chiuso, Le Politicien, e ha potuto così seguire uno stage presso il settimanale satirico francese Le canard enchaîné. Nel 1987 ha fondato con altri colleghi il primo periodico satirico senegalese, Le cafard libéré. È in questo periodico “irriverente e indipendente” che nasce il popolarissimo Goorgoorlou, personaggio esemplare di una nuova razza di uomini: quella dei senegalesi sottoposti al Piano di Aggiustamento Strutturale. Dal 1991, T.T. Fons ha pubblicato in proprio 8 album di crescente successo con le avventure di Goorgoorlou, e uno di sensibilizzazione in materia sanitaria. Goorgoorlou, la moglie Diek, il figlio Modou e l’espressione “Goorgoorlou rek!” sono divenuti familiari al grande pubblico senegalese, e lo saranno ancora di più visto il recente passaggio alla televisione senegalese, in una serie diffusa dall’ottobre 2001.

Sudafrica
Nadine Gordimer, Beethoven era per un sedicesimo nero

Traduzione di Grazia Gatti
Pagine 192, Prezzo Euro 16
Tredici racconti. Tredici frammenti di vite. Storie d’amore. Gli incontri veri o immaginati dell’autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo, il Sudafrica, il Medio Oriente, l’Europa dell’Est. E un goccio di surrealismo. Una raccolta che apre con lucidità lo sguardo sul mondo.
La storia che dà il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di Johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. Al centro un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l’esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore è raccomandato quasi si trattasse di un indizio di “nobiltà sociale”. Con mano sicura Gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti scoprono di essere stati traditi dal partner. Formidabile il racconto dell’incontro tra Edward Said, Susan Sontag e Anthony Sampson, in un ristorante cinese di New York, dove Gordimer discute dei problemi del Medio Oriente, dell’Europa dell’Est, della condizione della donna: sono tredici brevi capolavori.

Sudan
Hari Daoud - McKenna Megan - Burke Dennis, Il traduttore del silenzio

Editore Piemme, 2008
Pag. 218, prezzo euro14,50
Daoud è nato in un piccolo villaggio nel Darfur. Capanne rotonde, spaziose, con il tetto di erba che quando piove profuma di buono. Sebbene sia stato lontano anni, Daoud l’ha sempre portato nel cuore. Tanto che, dopo molte tormentate vicissitudini, ha deciso di tornare a casa, facendo il percorso inverso a quello di milioni di profughi. Ha ritrovato la sua gente, suo padre e i suoi fratelli, in particolare l’amato Ahmed, appena prima di perdere tutto. Perché un giorno il villaggio è stato attaccato, le capanne bruciate e Ahmed è stato ucciso. L’ha sepolto Daoud con le sue mani, nella sabbia, prima di incamminarsi nel deserto con i sopravvissuti. Alle loro spalle, le colonne di fumo disperdono nell’aria le ceneri di case, di alberi, dei corpi di chi non ha voluto o potuto andarsene. Lontane dalla ribalta del mondo, scene come questa accadono quotidianamente in Darfur. In questa regione del Sudan tanto povera in superficie quanto ricca nel sottosuolo, si consuma da troppi anni una strage indisturbata. Nel deserto, a capo della sua gente dispersa, Daoud si imbatte nel suo destino: un’organizzazione incaricata di raccogliere le prove per dimostrare al mondo che ciò che accade è un genocidio. Facendo tesoro dell’inglese imparato a scuola, Daoud si offre come interprete e guida. Dovrà riversare in orecchi troppo abituati al silenzio del mondo le testimonianze di centinaia di profughi e sopravvissuti. Sono storie di un dolore quotidiano, tanto spaventose che a volte non riesce nemmeno a tradurle. Ma anche storie di coraggio e di umanità che illuminano di speranza la notte dell’odio. Quella è diventata la sua missione. Perché nessuno possa dire di non aver saputo.

Costa d'Avorio
Véronique Tadjo, Regina Poku

Edizioni Le Nuove Muse, 2008
Traduzione dal francese di Liliana Bottero
Prefazione di Federica Cane
96 pp. - 12,00 Euro
La leggenda della regina Pokou che sacrifica il figlio gettandolo nel fiume Comoé per salvare il suo popolo, conosciuta da tutti i ragazzi della Costa d'Avorio, viene rivisitata da V. Tadjo. L'autrice scatena la sua immaginazione per ritrovare il senso di questa epopea mitica nella molteplicità dei suoi significati. Chi è davvero la regina Pokou che generazioni dopo generazioni continua a sopravvivere? Qual è la storia che si profila dietro il mito?
"La leggenda di Abraha Pokou mi è stata raccontata per la prima volta quando avevo circa dieci anni. Mi ricordo che la storia di questa donna che sacrifica il figlio per salvare il suo popolo aveva colpito la mia immaginazione di ragazzina di Abidjan. Mi figuravo Pokou come una Madonna nera. In seguito, al liceo, la violenza e la guerra fecero irruzione nella nostra vita, rendendo bruscamente il futuro incerto. Pokou mi apparve allora sotto un aspetto ben più funesto, quella di una regina assetata di potere..."

Camerun
Calixthe Beyala, La Piantagione

Edizioni Epochè, 208
Traduzione di Gaia Amaducci
400 pagg. 16,50€
Zimbabwe, anno 2000. I latifondisti bianchi, discendenti dai coloni fondatori dell'ex Rhodesia, vivono nell'agio e nel lusso di splendide tenute, attorniati da domestici tuttofare e contadini neri. La loro comoda esistenza viene sconvolta dalle riforme agrarie del "Presidente eletto democraticamente a vita", dittatore megalomane e sanguinario che vuole espropriarli, apparentemente a beneficio del popolo nero. In questo scenario si muove Blues, la protagonista del romanzo, bellissima figlia diciottenne di un grande possidente, forte e determinata. Travolta dall'amore, saprà metterlo in secondo piano e lottare per quello che considera più importante: conservare la sua terra e riportare la Piantagione allo splendore di un tempo. L'autrice dà prova di grande finezza psicologica nel ritrarre donne e uomini di razze, classi sociali ed età diverse, creando immagini e situazioni di grande impatto con lo stile che l'ha resa famosa nel mondo: folgorante, rigoglioso e ironico, degno di un'Africa seducente e ammaliante.

Camerun/Francia
Tchoungui Elizabeth, La pioggia sia con voi

Traduzione di G. Parenzan
Editore Castelvecchi, 2008
Pagine 219, Prezzo € 16.00
Ngazan è nata povera e fiera in una bidonville del Carnerun. Ngazan possiede il più bel fondoschiena del quartiere Essos, ma non vuole dedicarsi alla bordellologia, la filiera più produttiva per chi è nata in una bidonville in Africa. Per amore di un giovane francese, accetta di trasferirsi a Parigi. Ma la Ville Lumière non è l'Eldorado. Quando arriva nella capitale, scopre che le signorine nevrotiche e sofisticate degli Champs Élysées e di Saint Germain des Prés hanno fatto della "filiera produttiva" una ragione di vita e che la condizione della donna africana e virtuosa è la stessa ovunque, nella foresta equatoriale o nella giungla urbana occidentale. Ngazan ha con sé la fierezza dei "Signori della Foresta" e le parole di Baudelaire, Flaubert e Zola che ha rubato dai libri della sua amica Principessa. Cosa se ne farà nell'età del contante, del culo e del niente? Il bisogno di autogovernarsi e di decidere il proprio destino muove Ngazan e tanti come lei, a dispetto dei limiti delle realtà tribali e di quelli assurdi delle nostre metropoli.
 
M. Paola Guarducci, Dopo l'interregno. Il romanzo sudafricano e la transizione (SAGGIO)
Editore Aracne, 2008 Pagine 220
Una rappresentazione complessa del processo di costruzione dell'identità sudafricana sia individuale che collettiva, dalla fine dell'apartheid al nuovo secolo.

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