In Koli Jean Bofane, Congo Inc. Il testamento di Bismarck
Edizioni 66TH A2ND, 2016
traduzione di Carlo Mazza Galanti
“Il nuovo Stato del Congo è destinato a essere uno dei più importanti esecutori dell’opera che intendiamo realizzare...” così riporta la citazione di Bismarck, alla fine della Conferenza di Berlino nel 1885, premessa al suo romanzo dall’autore , già da noi recensito nel 2014 per “Matematica congolese”.
In due anni un certo cauto ottimismo, di cui c’era traccia nei personaggi del precedente racconto sempre ambientato a Kinshasa, si è mutato in un pessimismo, impregnato di sarcasmo e cupezza di visione. Il destino del Congo e il ruolo assegnatogli dalle potenze occidentali è segnato per sempre, a meno di un miracolo.
Isookanga , il giovane mongo di etnia ekonda, volgarmente detto pigmeo, protagonista di “Congo Inc.” è sì dominato, come il Célio Matematik di “Matematica congolese”, da una incrollabile fiducia nel futuro, ma si tratta di quello della tecnologia occidentale. Distruttiva e rapace, capace di rapportarsi al Congo e agli altri paesi africani solo come territori da cui ottenere, a qualsiasi costo, quei minerali senza i quali nulla potrebbe più funzionare al giorno d’oggi.
Originario di un piccolo villaggio , nel cuore della foresta pluviale, il giovane, ormai non più adolescente e prossimo a sostituire il nonno nelle funzioni di capo, era stato da questi istruito nelle conoscenze tradizionali : la madre, ossessionata dagli uomini alti, lo aveva concepito con un bantu, ma poi l’aveva lasciato da crescere al nonno materno, dimenticandosi di circonciderlo, creando i presupposti di un cruccio perenne del ragazzo.
Non circonciso aveva problemi con le relazioni femminili, e né alto né basso aveva difficoltà con tutti: i suoi compaesani lo guardavano con sospetto e gli altri congolesi lo bollavano come uno strano pigmeo.
Dal canto suo, il giovane ekonda prende a odiare la foresta, gli alberi, gli animali e la caccia e si innamora della tecnologia: il caso vuole che proprio un ripetitore, istallato a pochi metri da casa sua, inaugurato con grande enfasi dalle autorità , venute da Kinshasa, simili a dei scesi sulla terra, gli permetta di impratichirsi di un computer portatile, senza nessuno scrupolo opportunamente sottratto ad una giornalista, che poi rincontreremo nel corso della vicenda, con la scusa del risarcimento del debito coloniale belga.
Isooganka si perde dietro un gioco virtuale, in cui indossando i panni di Congo Bololo, ingaggia una partita di sangue e rapina, che ha come scopo l’accaparramento di oro, diamanti,petrolio e soprattutto coltan, indispensabile per le comunicazioni dei telefonini, satellitari, aerei e computer.
Imparando le regole, anzi la deregulation di un capitalismo cannibale e internazionale si proclama mondialista e opera, nel suo piccolo, per introdursi nel mondo degli affari, ricorrendo a slide, grafici, indagini di consumo, tutto grazie a internet. Chiaramente stiamo parlando di un 'affaruccio' da quattro soldi: si tratta di vendere un'acqua, racchiusa dentro bustine di plastica, cui aggiunge dei 'freschi additivi naturali' per dargli un tono e un gusto di foresta alpina, precisamente svizzera.
Si procura anche un socio, il cinese Zangh Xia, innamorato di Mao e nostalgico della rivoluzione,fregato dal suo corrotto datore di lavoro, che, quando le cose si sono messe male, molla nei guai il dipendente, scappando con i soldi rimasti, dopo aver cercato di rubare minerali a più non posso, sottraendosi al controllo del governo. Senza soldi e senza casa trova rifugio presso il vecchio e saggio Tshitshi che dorme su una piattaforma del Gran Marché: è là che giunge anche Isookanga, che fa del Gran Marché il suo alloggio e il suo ufficio, cercando dove può di caricare la batteria del suo computer.
Questo mercato, affollato e chiassoso, è anche il territorio degli shégué, cioè dei bambini di strada che vivono di furtarelli, espedienti e lavoretti più o meno leciti, compresa la prostituzione. La tenerezza dell'autore va tutta a questi personaggi, creando dei ritratti indimenticabili: dalla prostituta bambina Sasha, la cui famiglia è stata trucidata dai soldati nelle varie guerre dell'est e che è riuscita a salvare almeno un fratellino, al bambino-soldato che ha perso il suo gruppo, diventato la sua famiglia,perché si attarda in un mercatino,incantato da una scintillante e colorata pistola ad acqua. Lui conosce solo armi vere ma non ha mai visto un giocattolo! E ancora, il bambino reputato stregone, nutrito nella sua infanzia solitaria di cinematografia horror , che pronuncia le frasi terribili di profezia in inglese, imparate nei film senza capirne il contenuto.
E' proprio dalla conoscenza dei bambini di strada che si avvia la vicenda che porta il giovane ekonda rampante a frequentare un signore della guerra in Kivu,Kiro Mizimungo, ormai a riposo,preposto, ironia della sorte, a salvaguardare un grande parco nazionale, in un intervallo di 'pace' delle interminabili guerre per l'accaparramento delle sterminate ricchezze del sottosuolo.
Insieme sognano un'Africa spogliata degli inutili alberi che impediscono il necessario sfruttamento dei beni del sottosuolo, un territorio pieno di autostrade, tralicci, ripetitori, supermercati,vetro e cemento proprio come l'occidente, perbacco!
Una rivolta degli shégué,in seguito all'uccisione di un bambino di strada, fa di Isooganka il loro portavoce: data la sua piccola statura viene scambiato per un ragazzino dalle forze di polizia e si guadagna la ribalta della cronaca di giornali e tv. Il governatore, scoperto che delle ribellione fa parte anche un cinese, che altri non è che lo sventurato Zangh Xia, teme complicazioni internazionali.
Di equivoco in equivoco le cose sembrano andare per il meglio per il giovane ekonda: ma l'Onu,che lascia passare qualsiasi porcheria in Kivu, fingendo di indignarsi o di intraprendere misure inutili, qualche volta punisce chi sgarra, se non altro per non perdere la faccia e il super -ricercato signore della guerra, in combutta con un funzionario lituano in missione Onu pedofilo e corrotto, finiscono assai male, per mano delle donne che hanno martoriato fisicamente e psichicamente.
L'autore non risparmia nessuno: si fa beffe della bianca etnologa innamorata della sessualità dei neri, zeppa di buone intenzioni e di odiosi pregiudizi, dell'ingenuo Isooganka, costretto dalle circostanze a tornare alla foresta ma con in testa ormai il chiodo fisso dello sfruttamento dei minerali e dell'arricchimento facile, e anche dei tranquilli funzionari che al sicuro nel palazzo di vetro a New York proclamano, fanno e disfanno senza concludere mai niente di serio, a parte qualche eccezione che vediamo in atto nella vicenda.
Feroce è anche il ritratto del buon pastore della Chiesa della Moltiplicazione, targato Armani, Versace e Hugo Boss,che si inventa una specie di lotteria 'divina' per moltiplicare non gli altrui ma i propri redditi, speculando sui sogni e i desideri della povera gente.
E' un po' la stessa atmosfera che si respira in "Tram 83" di Fiston Mwanza Mujila, anche lui della Repubblica democratica del Congo, edito in Italia nel 2015 : i buoni sono spesso inetti o perdenti. In un paese dove l'imperativo categorico è sopravvivere le regole etiche non valgono più così come le virtù tradizionali."Questo è il Nuovo Mondo, ognuno per sé e la merda per tutti". E' un personaggio di "Tram 83" a pronunciarla ma potrebbe appartenere al giovane Isooganka in versione feroce Congo Bololo.
Mentre "Tram 83" è un romanzo frenetico e barocco che si svolge quasi tutto dentro un bar e la realtà del paese emerge dalle storie dei personaggi, "Congo Inc." conosce momenti di vera e propria narrazione storica delle guerre civili, dell'incrociarsi del Kivu con la guerra rwandese degli hutu e dei tutsi, del che sono molto grati i lettori che fanno fatica a raccapezzarsi tra le varie sigle belliche.
Non pensate di annoiarvi , le nozioni vi saranno necessarie come il pane, per gustarvi la lettura. Ci sono anche momenti più distensivi da leggere come la descrizione della foresta e il viaggio sul maestoso fiume Congo.
Come sempre in questi romanzi squarci lirici si mescolano ad orrori e nefandezze da rabbrividire, la tenerezza si mostra insieme alla ferocia.
Ma il mondo del benessere sa erigere solo muri nei confronti di chi scappa da tutto questo, condannando chi resta a salvarsi come può, innescando l'adeguamento ai metodi e alla mancanza di scrupoli delle multinazionali.