Ibrahim al-Koni, Pietra di sangue (recensione di M. Teresa Palazzolo)

PIETRA DI SANGUE di IBRAHIM AL-KONI (Libia)

tradotto da Rolando del Cason in collaborazione con Samuela Pagani
edizioni JOUVENCE, Roma, 1998, ristampa giugno 2005

"La superficie della pietra si tinse di sangue. Era una tavola sepolta a metà nella terra che recava un'iscrizione in tifinagh, il misteriosoalfabeto dei Tuareg."
La vittima è Assuf, il pastore sempre vissuto in solitudine, in simbiosi col deserto roccioso del nord della Libia. Solo, per sfuggire, come il padre gli ha insegnato, alla cattiveria degli uomini. Ma un uomo lo troverà, quel Cabil (Caino) nutrito dalla nascita con sangue di gazzella, dipendente dalla carne fino a impazzire se non può mangiarne: "la carne di gazzella è come l'oppio", ma "la gazzella è l'anima del deserto. E' la sua vastità, la sua quiete, la magia della sua luna. E' l'impossibile. La libertà."
Insensibile a queste suggestioni, dopo aver sterminato tutte le gazzelle del deserto di sabbia con l'aiuto di due diabolici strumenti, il fuoristrada e il fucile a ripetizione ricevuti in regalo dal comandante della base militare americana, Qabil vuole scovare il muflone, abitatore del deserto di montagna. E cerca Assuf, l'unico a sapere dove i mufloni si nascondono.
Assuf li aveva conosciuti e rispettati fin da bambino quando, arrampicandosi tra le rocce, aveva scoperto gli antichi graffiti sulle pareti delle grotte e l'icona rupestre esposta al sole del tramonto che rappresenta un sacerdote velato ed un muflone, suo misterioso compagno.
E' davanti a questa icona che Assuf si prostra ogni giorno per la preghiera, è qui che Qabil lo ucciderà.
Tra Assuf e i mufloni, come già tra i mufloni e suo padre, esiste uno stretto vincolo di fraternità, da quando un muflone aveva salvato il padre e anni più tardi lo stesso Assuf mentre rischiavano di precipitare dalla montagna. E fu solo trasformandosi in muflone che Assuf poté fuggire dalla fila dei coscritti che gli italiani facevano marciare nel deserto verso la guerra di Etiopia.
Assuf, ormai vecchio, preferisce morire piuttosto che soddisfare la richiesta di Qabil: non può tradire il muflone, non può tradire se stesso.
Tra storia e leggenda Al-Koni, tuareg nato e cresciuto come Assuf nel Sahara libico, riesce a farci vivere la misteriosa poesia di questa terra dura, inospitale, quasi inabitabile per gli uomini, ma non immune dalla loro violenza.

M. Teresa Palazzolo

© Scritti d’Africa - 2006

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