Ayesha Harruna Attah - Zainab conquista New York - recensione a cura di Rosella Clavari

 

 

Ayesha Harruna Attah

Zainab conquista New York

 Marcos y Marcos, 2022

traduzione di Francesca Conte

La giovane autrice di successo di origine ghanese, dopo avere scritto due romanzi ambientati nel Ghana precoloniale di fine ‘800 , sposta l’obiettivo dal Ghana a New York. Per meglio dire, se prima ci aveva avvicinato all’Africa più lontana ma ricca di avvenimenti anche poco conosciuti con “I cento pozzi di Salaga” e “Il grande azzurro”( vedi recensioni) adesso è lei a portare l’Africa in America. La sua scrittura briosa e scorrevole narra in chiave autobiografica le vicende di Zainab a New York. Il titolo stesso è molto ironico rispetto a una certa retorica americana, e non solo.

Dunque in tre parti e 36 capitoli il romanzo si snoda dal giugno all’agosto del 2006 ma è stato scritto nel 2020 ,”quando sembrava che tutto stesse andando a pezzi” riferendosi al periodo pandemia non ancora esauritosi. Si sa che la scrittura, proprio in tempi di crisi, diventa come altre manifestazioni artistiche una forma consolatoria e di speranza e ci offre il tempo per riflettere di più.

Il sogno della protagonista è di diventare una illustratrice professionista ma oltre a questo vuole conoscere New York e le città vicine, bersi la loro bellezza e magia, conoscere l’amore e godersi le amicizie. Insieme alle amiche con cui condivide il soggiorno americano, ci sono altre presenze ingombranti nella sua vita: le care antenate, a partire dalla trisavola, la cui voce le capita di ascoltare nei momenti più impensati per fornirle suggerimenti, metterla in guardia, ma più spesso per dire la loro con brevi sentenze o esclamazioni…. La madre invece comparirà in carne e ossa nella seconda parte di questa avventura per redarguirla e sommergerla di consigli ma si fermerà per poco e Zainab, dopo la sua partenza, può tornare a essere se stessa, libera come l’aria.

Veniamo a sapere del significato di questa ingombrante presenza femminile nella sua famiglia: se da parte di padre, la famiglia è stata molto numerosa, in linea materna invece c’è una tradizione di figlie uniche : dalla trisnonna, la dolce Jamila, alla bisnonna Zeina da cui ha ereditato il nome, aspra e acerba, e infine alla nonna Fati dalla pelle scura come la sua “tanto scura che luccichiamo”. Fati dai capelli folti, è colei che “stempera lo zucchero di Jamila e l’acido di Zeina”. Inutile dire che i loro interventi vocali nelle varie situazioni in cui incappa Zainab, sono esilaranti e mettono in rilievo i cambiamenti ma anche le rigide convenzioni presenti nel suo paese.

C’è un punto del romanzo molto tenero e accattivante dove Zainab disegna il volto delle sue antenate e ci riporta letterariamente alla favola del Piccolo Principe dove le cose nascono e si spiegano attraverso il disegno. Il romanzo stesso nella sua scrittura denota le influenze del fumetto ma offre il fianco anche a una sceneggiatura filmica da serial. Nel corso della vicenda, vengono elogiate le qualità di fumettista di Zainab invitandola a creare una storia proprio con le sue antenate.

Il suo universo femminile è formato anche dalle amiche Densua e Mary Grace compagne di divertimento e di studio. Poi c’è il paesaggio urbano che la circonda e che ha tanta voglia di esplorare, dal Bronx ( dove assiste in un ristorante alla partita Ghana-Brasile) a Manhattan, giù giù fino ad Ikea , e si ferma a pensare che se avesse lavorato all’Ikea la madre l’avrebbe considerata una carriera sensata, più dell’illustratrice editoriale. Per la fine dell’estate lei si ripromette di attraversare tutti i ponti di New York “artefatti straordinari, sintesi di genio progettistico e design”.

Per quanto riguarda, l’amore incontrerà l’amico d’infanzia che non si decide mai a darle un appuntamento e un altro che arriverà presto al sodo, (lei consenziente, con lui perderà la verginità), per tradirla subito dopo . Se ci verrà offerto un happy end , lasciamo la sorpresa al lettore.

L’ autrice ci fornisce un quadro vivace di una città cosmopolita che proprio per la sua ricchezza nella diversità offre all’artista molti stimoli alla fantasia e creatività. Lei dal suo canto rimane affettivamente legata alla sua tradizione che tuttavia viaggia accanto alla modernità, abbracciata con entusiasmo. Questa attitudine viene sottolineata verso la fine del romanzo.

Zainab, dopo aver saputo da un parente che vive a New York che uno zio materno aveva capacità di comunicare con i morti, ritiene di avere ereditato quel dono. Però ha ancora una domanda da fare, stavolta proprio alle sue antenate chiedendo loro perché siamo comparse proprio lì.

E loro dicono, dividendosi la frase “Perché sei arrivata nel posto giusto. Le città d’estuario hanno la giusta energia. E ce l’hai anche tu, nel tratto della tua matita”.

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