Stephen Buoro
I cinque misteri dolorosi di Andy Africa
Blu Atlantide, 2024
traduzione di Clara Nubile
Eccoci alle prese con l'ennesimo scrittore africano che lascia l'Africa, nello specifico la Nigeria, per vivere in un paese europeo, in questo caso l'Inghilterra. Si tratta di un trentenne che ha cominciato ad acquistare consensi ancora prima che il manoscritto del suo primo romanzo fosse pubblicato. Fa parte di quella generazione post tutto: post colonialismo, post illusioni delle indipendenze, post socialismi africani; attirati e disgustati ad un tempo da un occidente che li inonda di false promesse attraverso cinema, musica, internet, moda e cibo e poi li respinge.
Protagonista è un giovane adolescente di quindici anni che vive a Kontagora, nel nord a maggioranza musulmana, provenendo da Ososo, provincia essenzialmente cristiana. Come tutti i ragazzini cattolici della cittadina fa il chierichetto, canta nel coro, partecipa alle funzioni, anche se gli piacerebbe di più una bella funzione della chiesa evangelica con tanto di strumenti e balli tradizionali. La formalità degli inni della chiesa cattolica è lontana dalla musica occidentale che ascoltano lui e i suoi amici Slim e Morocca, dal rap praticato da quest'ultimo, sedicenne musicista che si esibisce per un pubblico di adolescenti, lui già padre di una bimba di 2 anni. È impensabile sottrarsi alla vita della comunità parrocchiale, senza essere oggetto di critiche, in primis da parte della madre Gloria, single nonostante svariati matrimoni e fotografa della collettività con vecchie macchine fotografiche che si arrangia ad usare, non senza qualche successo. Andy, malgrado l'amore che le porta, si vergogna di sua madre, invecchiata anzitempo, maltrattata da tutti gli uomini che incontra, vestita male con abiti sempre impregnati di sudore.
Il ragazzo si chiama Andrew Aziza, ma è Werdna (il suo nome a rovescio) per i suoi drughi (compagni del gruppo per così dire alieno) Andrew mè per la madre, Andy Africa per la sua maestra Zaharah, seguace di un anifuturismo, un misto di animismo e afrofuturismo. Tutti questi nomi già indicano la complessità della personalità del ragazzo, bravissimo a scuola, soprattutto nella letteratura europea e americana ma anche nella matematica ( l'autore è in effetti un laureato in matematica).
Andy si dibatte tra la religione cristiana, le credenze animiste, gli eroi Avengers della cinematografia americana, le critiche alla cleptocrazia e alla corruzione della società nigeriana e la fissazione per le donne bionde, protagoniste del suo immaginario erotico e non, fin dalla prima pagina del testo. Immaginate quando arriva, ospite dello zio parrocco della sua comunità, la bionda e bianca nipote britannica Eileen, cosa succede nella testa e negli ormoni di Andy... Anche se ha un'amica del cuore, Fatima, una ragazzina musulmana, con cui condivide tutto, poesia e matematica comprese, fatica ad accettarla come una sua probabile fidanzatina, perché lei non può vincere contro il suo immaginario biondo né tanto meno contro Eileen, l'incarnazione reale del suo sogno, non appena quest'ultima entra in scena.
Inoltre l'adolescente Andy condivide la sua vita con Ydna, il fratello che lo ha preceduto, nato morto, o meglio “un mai nato” come viene definito dalla tradizione, con cui dialoga, litiga, fa pace, parla della mamma e del suo grande problema: Andy non sa chi sia suo padre e le domande mille volte rivolte a Gloria si sono sempre scontrate con un mutismo esasperante che lo sconvolge profondamente. I parenti indicano un tale Kilani, per qualche tempo marito di sua madre, come suo padre, ma lui alla sua presenza non sente nessun impulso affettivo e nessuna attrazione.
Ma cosa vuole dal lettore Stephen Buoro? Che capisca che il suo romanzo di formazione è una feroce satira dell'occidentalismo da cui sono affetti soprattutto i giovani oppure che comprenda una volta per tutte che il concetto d'identità non è una cosa fissa, immutabile nel tempo e nello spazio. Se una permutazione è un concetto matematico che raffigura tutti i possibili modi di raggruppare una sequenza di oggetti, ciò forse è applicabile anche alle faccende umane, elucubra l'adolescente infervorato, prendendo la Fanta e la pizza, le magliette Jordan o Versace, le Adidas e i jeans Dolce e Gabbana (oggetti feticcio usati che si trovano nei negozietti a poco prezzo) e unendo tutte queste cose ai non nati e ai morti sepolti sotto le camere delle case o nei cortili, alla elettricità che va e viene e alla perenne immondizia che staziona nelle strade.
Ma c'è un nemico da battere , HXVX, una sorta di anti-Dio, una specie di Sauron del Signore degli Anelli, signore dell'Oscuro: riunisce tutte le maledizioni dell'Africa, dal colonialismo alla siccità, dalle guerre eterne tra gruppi etnici e gruppi religiosi alla voracità di classi dirigenti che sembrano non cambiare mai, dal famelico capitalismo internazionale ad una inconscia accettazione della supremazia bianca, incarnata nel desiderio di possedere gli oggetti e le condizioni favorevoli da cui gli africani sono esclusi. Dopo una feroce aggressione degli islamici alla chiesa durante una funzione (peraltro in seguito ad un attacco cristiano) durante la quale la madre di Andy viene colpita finendo sulla sedia a rotelle, compare misteriosamente lo zio William monsignore, gemello della madre, a rivelare lo stupro perpetrato nei confronti della sorella e a rivendicare la paternità di Andy. Ecco chi è suo padre: il gemello si rivela ai suoi occhi essere un agente di HXVX . Ora il ragazzo non tollera più nessun indugio...deve scappare in Europa, istigato da amici che ce l'hanno fatta, per sottrarsi alla maledizione e raggiungere la vita vera, così apostrofa il benessere di cui godono gli occidentali.
Il testo conosce un finale incerto, certamente drammatico tra le sabbie del Sahara, abbandonati da un pickup in modo pretestuoso, pur avendo pagato: riusciranno i nostri drughi, compresa la piccola figlia di Morocca, a tornare indietro e ad affrontare la realtà? Il romanzo rigurgita letteralmente di personaggi, appena abbozzati o descritti a tutto tondo, sullo sfondo di cittadine di provincia colme di mercatini e mille lavori inventati, di cibi tradizionali che fumano ad ogni angolo di strada, animate da musulmani o cristiani, nemici ma accomunati da difficoltà e miseria. In contrasto la mirabolante descrizione di Abuja, la capitale federale di questo stato della Nigeria composto da una miriade di etnie, lingue e contrapposizioni religiose, eternamente in rivolta. Un paese incapace di una pace duratura fin dalla sua costituzione, ma tuttavia vivacissimo culturalmente e con uno spirito imprenditoriale notevole. Abuja è un qualcosa di più vicino all'immagine dell'Europa o dell'America, come se le raffigurano Andy e i suoi amici. Ma non deve essere un caso se il personaggio dalla personalità più scialba è proprio l'inglese Eileen, dai tratti dolciastri quasi disneyani, forse un suggerimento dell'autore per dirci che non è tutt'oro quel che luccica…
Scritto in un linguaggio crudo e a volte sboccato, ma aperto a squarci lirici rappresentati dalle poesie di Andy, in un miscuglio tra realismo, realismo magico, fantascienza e fantasy, con il personaggio della maestra Zahrah, emblema delle molte donne che stanno riempiendo il palcoscenico dell'afrofuturismo. Testo divertente e dissacrante di un nuovo autore senz'altro da tenere d'occhio.